giovedì 5 novembre 2009

I sacchetti dei Supermercati – Stores – & Co.

Inizio , con questo argomento,  la serie delle “ COSE CHE MI FANNO RABBIA “ e temo che non sarà una lista breve….
Vi ricorderete che anni fa, i supermercati o i grandi negozi mettevano gli articoli che ci vendevano in sacchetti “gratuiti”. Un bel giorno,  supermercati, iper , megastore di vari prodotti per bricolage, media, ecc.ecc.... ,  decisero che i sacchetti per mettere i nostri acquisti li dovevamo “pagare” o portarceli da casa.  Decisamente, gli esperti in comunicazione di queste aziende, dovevano aver seguito un corso “speciale”, per dare il via a   questo nuovo concetto di “servizio al cliente “.
Beh, poveretti, i sacchetti erano un costo oneroso e insopportabile che creava un buco enorme nei loro bilanci: tutte balle!
Nei supermermercati, il sacchetto viene mediamente venduto sui 5 centesimi. Il costo all’azienda di un sacchetto di plastica, colorato e stampato con il marchio , non costa più di 2 o 3 cent. , con un guadagno che si aggira sul 100%.
Con i quantitativi che ordina una catena di supermercati, sono certa che il costo é super-stimato.
Fate due conti , moltiplicando il guadagno su ogni sacchetto per l’utenza media di un supermercato: vedrete che è un bell’affare………per loro!!!!

Non contenti, questi esperti della comunicazione decisero che , oltre a pagarli, dovevamo , noi clienti , diventare uno dei  loro maggiori veicoli pubblicitari e quindi sacchetti a pagamento MA  con marchio dell’azienda ben visibile.
Senza entrare nei particolari della psicoeconomia, si sa che la pubblicità viene assorbita anche a livello inconscio. La nostra mente registra anche quello che apparantemente sembra insignificante, come un innocuo sacchetto di plastica per la spesa che ci sembra senza importanza.
I nostri esperti di cui sopra  lo sanno bene questo e i grandi gruppi economici globalizzati hanno impostato gran parte della loro strategia aziendale sulla pubblicità del loro marchio, investendo gran parte delle risorse in questo.
Fermatevi un attimo a pensare a quali  e quanti percorsi segue il vostro “sacchetto”, dalla cassa del supermercato alla sua “fine” naturale nella spazzatura,  inquinando pure.
Quanti occhi vedono quel sacchetto?  Quanti cervelli memorizzano quel messaggio pubblicitario del “marchio” : per strada, in macchina, sugli autobus, in metro o in spiaggia …… non ci sono luoghi dove non verrà visto e non verrà inconsciamente assorbito.
Tutti noi, per comodità, ci adattiamo a queste "piccolezze" che, in fondo, hanno un piccolo valore, senza tener conto che, in questo modo, paghiamo noi alle grandi aziende una bella fetta di pubblicità e lavoriamo per loro, perchè rendiamo visibile, trasportandolo ovunque, il loro marchio.
Quanto gli costerebbe pagare delle persone per veicolare lo stesso tipo di messaggio?
Forse bisognerebbe fermarsi un attimo e pensare.
Nel suo libro “NO LOGO”,  Naomi Klein , giornalista canadese, afferma che negli ultimi vent'anni, avrebbe avuto luogo un radicale cambiamento nel capitalismo:  se prima era “centrale” la fase della produzione di merci, ora quest'ultima diventa marginale e trascurabile, mentre si impiegano sempre più forze e denaro sul marchio e sulla proposta di una serie di valori immateriali ed ideali da collegare ad esso, con lo scopo di crearsi una propria fetta di monopolio. Le ingenti risorse monetarie che queste strategie richiedono derivano dal risparmio sulla produzione, che viene dislocata nei paesi del Terzo mondo dove l'azienda può sfruttare impunemente la manodopera operaia (http://it.wikipedia.org/wiki/No_logo).
Questo significa che, invece d' investire sulla produzione e sulla qualità del prodotto e permettere di scegliere al consumatore su tali valori, investono per
far comprare il pubblicizzato.
Io non dico di non usare i sacchetti ma di non essere, come direbbero a Napoli, cornuti e mazziati.
Se devo pagare i sacchetti, li voglio neutri, senza marchio  e di materiale ecologico. Se ci volete il logo , care aziende, devono essere gratuiti perchè mi pagate il lavoro che faccio nel “circolare” e “pubblicizzare” il Vostro marchio.
Pensate se da domani andassimo tutti a fare la spesa con i nostri sacchetti belli neutri….. non credete che i famosi “esperti” ci ripenserebbero?
Facciamolo! Compriamo dei sacchetti neutri e ricordiamoci di portarli con noi quando andiamo al supermercato o in un grande centro.  Impariamo a difenderci, come consumatori. Se ognuno di noi s’impegnasse nel proprio piccolo, uno a uno diventeremmo tanti e si accorgerebbero di noi.
Ci lamentiamo sempre ma non ci muoviamo mai: ci sono piccole ribellioni che ogni singolo può mettere in atto, senza dover creare o partecipare ad un movimento o ad un' associazione.
Per l’inquinamento dei sacchetti di plastica..….mi arrabbio prossimamente!!!

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